venerdì 6 dicembre 2013

Genesi

di Roberto Mancini.
Estratto dalla raccolta N.A.S.F. 9


Tutto ebbe inizio con il Padre Eterno, il Creatore.
Dio.
Il sesto giorno, dopo aver creato il Mondo e gli Universi, Egli creò l’Uomo, affinché la Sua opera fosse completa e la Terra popolata da un essere senziente in grado di mantenere l’ordine e obbedire ai Suoi comandi. Dio chiamò l’Uomo Adamo.
Adamo nacque dal vapore e dal metallo, e la sua mente non conobbe nulla di quello che era prima della sua creazione. Si sollevò dalla polvere osservando con curiosità i suoi arti metallici non conoscendone la natura. Ma poiché nulla sapeva della natura stessa, o delle braccia, o dell’Uomo, non si pose alcuna domanda e si sollevò in piedi semplicemente perché sapeva farlo. Si guardò attorno con occhi dolenti, scoprì che la grande palla luminosa che lo riscaldava dall’alto poteva procurare dolore, se guardata con insistenza, ma dare grande forza se egli vi rimaneva a lungo esposto.
Ciò che lo circondava era meraviglioso. L’aria era fresca, la grande palla, che chiamò Sole, lo scaldava; le creature, che definì Animali, incuriosite lo osservavano. Erano molte e tutte diverse: alcune si libravano in cielo, altre camminavano su molte zampe, altre ancora erano bipedi, goffe e pelose. Adamo cominciò a camminare, passo dopo passo, e non se ne stupì minimamente. Vide che gli Animali succhiavano un liquido azzurro che in gran quantità scorreva là vicino, e vide che ingoiavano piccole cose cadute sul terreno dagli alberi. Sì, egli conosceva gli alberi.  Imitò gli Animali, bevendo e mangiando, tuttavia questo non gli fu cosa gradita. 
Dio aveva seguito ogni passo della sua nuova creatura. Ne aveva testate le capacità di accettazione e adattamento; aveva notato come l’Uomo fosse in grado di nominare ciò che vedeva; aveva visto come egli potesse capire i meccanismi della Natura cogliendoli dalle bestie senza Ragione che agivano solo per istinto.  Era rimasto soddisfatto nell’osservare la sua creatura perfetta iniziare a vivere, un prototipo fatto non di carne ma di materiali nuovi. 
Soddisfatto fino a un certo momento.
Adamo era un macchina perfetta e come tale manifestò presto istinti che L’Onnipotente, nella sua onniscienza, non aveva previsto. Come tutte le Sue creazioni, anche questa aveva il dono di duplicare se stesso, ma in una maniera differente. Tuttavia l’Uomo era dotato di Ragione e la Ragione partoriva il Desiderio, cosicché egli avrebbe desiderato unirsi non solo per scopo riproduttivo, ma anche per soddisfare se stesso.  Ciò che il Creatore non aveva previsto era che certi meccanismi s’innescassero così presto, all’improvviso e con creature non appartenenti alla sua specie.

«Adamo!» Parlò con voce di tuono. «Figlio mio, non desiderare ciò che è diverso da te perché questo va contro Natura, contro le leggi che Io ho creato e che ho deciso di porre ai tuoi piedi!»

Il racconto completo nel nono volume dell'antologia sci-fi N.A.S.F.

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