lunedì 20 agosto 2012

Sogno reale

di Alessandro Magnifici


«Non ce la faccio più. Ti prego fermiamoci!»
Angela guardò il ragazzino che aveva davanti a sé con gli occhi pieni di lacrime e paura. Alex stava aprendo la bocca per tranquillizzarla, quando sentì nuovamente i rumori della bestia feroce in lontananza. Sentì il suo respiro affannato e la sua rabbia incontenibile farsi sempre più vicini. I quattro ragazzi si guardarono terrorizzati e di colpo cominciarono nuovamente a correre sulle scale di quel maledetto castello.
Erano sudati e stanchi. Riccardo correva più di tutti, dietro di lui c'era Italo, poi Alex che teneva per mano Angela.  Le rampe di scale sembravano non finire mai. Il fiato cominciò a mancare completamente e all'improvviso a tutti e quattro, contemporaneamente. Le gambe rallentarono la loro corsa in maniera inattesa.
La bestia, invece, era ancora piena di energia. Le zampe correvano veloci sulle scale di pietra emettendo un rumore terrificante.
«Basta! Non riesco più a correre. Mi sta scoppiando il cuore.» Alex guardò negli occhi gli altri, sapendo che con quelle parole stava decretando la propria morte.
«Non puoi. Dobbiamo uscire da questo maledetto posto. Non possiamo morire così!»
«E allora perché stiamo salendo?», esclamò Angela, all'improvviso. Le sue parole furono come un coltello infilato nello stomaco. I quattro ragazzini non si erano accorti che invece di scendere e fuggire dal castello, stavano salendo verso le torri. Verso la loro fine.    
«Cavolo, queste scale sono strane. A guardare gli scalini sembrava che stessimo scendendo, ma alzando gli occhi vedo che stiamo salendo verso le torri. Verso la morte!» Italo sentenziò in questo modo la loro fine.
La bestia comparve all'improvviso con i suoi occhi rossi, il pelo scuro e la coda lunga e robusta. I quattro ragazzi si bloccarono mentre la creatura lentamente saliva. Poi all'improvviso si scagliò contro Alex. I denti si conficcarono nel suo collo, mentre la saliva dell'orrendo animale cominciò a scorrere lungo tutta la spalla.

Alex si risvegliò proprio a questo punto. Si toccò il collo e sorrise al pensiero che tutto ciò che aveva passato sembrava reale ma, invece, era solo un brutto sogno. Si distese nuovamente sul letto con il cuore che ancora batteva forte. L'odore della bestia, i suoi denti, i suoi occhi, erano ancora vivi nella sua mente. Troppo vivi.
All'improvviso qualcosa si mosse accanto a sé. Le pesanti coperte seguirono la sagoma di qualcosa di terrificante, prendendo la forma di un'oscura onda. Alex si scansò impaurito quando vide uscire dai piedi del letto un cane nero. Aveva gli occhi rossi e la bava alla bocca. Era uscito dal letto sfiorando il corpo di Alex.
L’animale rimase qualche secondo davanti al ragazzo, poi all'improvviso fece un salto in avanti. Alex si coprì, certo che sarebbe stato sbranato da quella presenza infernale. Invece, il cane uscì dalla finestra posta dietro al letto.
Il ragazzo si risvegliò dal sogno nel sogno. Si toccò le braccia e le gambe per capire se questa volta era veramente immerso nella realtà. Era terrorizzato e sudato. Si alzò in preda al panico e tastò il letto. Tutto a posto! Cominciò a respirare con un ritmo quasi umano, poi guardò dietro di sé. La finestra era aperta, eppure era certo di averla chiusa per evitare che il gelo di dicembre entrasse nella sua camera. Si avvicinò lentamente, mentre una miriade di brividi cominciarono a impossessarsi del suo corpo. All'improvviso vide qualcosa: i peli neri di un animale erano rimasti attaccati sulla tapparella.

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