di Fabrizio Mancini
su gentile concessione del blog I Mille Mondi
imillemondi.blogspot.it
Li osservi da lontano, non osi avvicinarti.
Ti giungono i rumori della festa, le risate,
la musica.
Sai che, se solo ti vedessero, sarebbero
terrorizzati dal tuo aspetto. Hanno sempre aborrito le tue deformità. Rese ancora
più orripilanti dalle piaghe, e dalle ferite, che tu stesso ti sei procurato.
Per il tuo piacere.
Li odi per questo. Li odi tutti. Sono loro
che ti hanno reso ciò che sei.
Dal tuo riparo la vedi avvicinarsi. E’ sola.
La stavi aspettando, sapevi sarebbe arrivata.
Vorresti non doverlo fare. Ma devi, ne senti
il bisogno.
Si siede sulla sabbia, a pochi metri da te,
non sa che sei lì.
Piange sommessamente, le gambe ripiegate, il
mento sulle ginocchia, le braccia allacciate alle caviglie. Il suo sguardo è perso
verso il mare, verso la strada d’argento disegnata sull’acqua dalla luna.
Vorresti raggiungerla, consolarla.